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I “lati” dell’Etna: conosciamo il versante Est e i versanti meridionali

2023-04-20 14:59

Cantine Iuppa

Dicono di noi,

I “lati” dell’Etna: conosciamo il versante Est e i versanti meridionali

I “lati” dell’Etna: conosciamo il versante Est e i versanti meridionali.

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di Titti Casiello

 

Con la Masterclass “Versante Est” e “Versanti Meridionali” (sud-est e sud-ovest) prende il via l’edizione 2023 de “Le Contrade dell’Etna”, la kermesse – ideata e voluta da Andrea Franchetti – per valorizzare i vini etnei prima, e i vini etnei da Contrada poi. Perché se è vero che già Mario Soldati parlava con ammirazione dei vini del Barone di Villagrande, è pur vero che lo sguardo sui vini dell’Etna è rimasto – fino a meno di un decennio fa – abbastanza lacunoso, al punto tale che lo stesso scrittore si limitava solo ad affermare che la “caratteristica di qualunque vino siciliano è uno speciale sapore violento, acre, catramoso”. L’Etna, però, non è la Sicilia tutta. Ed una linea di definizione era, allora, più che mai necessaria individuarla. Ma come? C’è da dire che prima ancora del “tuziorismo” offerto oggi dalle Contrade – quei cru dell’Etna dove è possibile trovare il tratto distintivo finanche del singolo vino da vigneto– esiste, la possibilità di delineare i contorni enoici etnei (e neanche così grossolanamente) anche solo partendo da un sezionamento del vulcano: attraverso i suoi versanti.

E’ questo, infatti, il primo “censimento” del territorio. Ed è da qui che prendono il via quei macro aggettivi attribuiti ai vini di un versante piuttosto che ad un altro. Non un mero esercizio linguistico, ma parole che trovano un loro preciso significato proprio attraverso il territorio di origine. L’eleganza, allora, è del versante nord, la longevità è dell’est, la complessità è del sud- est, la vivacità è del sud-ovest. Quattro macro aggettivi per quattro macro quadranti che assumono nell’areale della Doc Etna la forma di una grande lettera C capovolta. E partendo dall’est – dove i palati più raffinati sembrano ora aver trovato la loro totale soddisfazione – il comune denominatore è in una linea continua dettata dalla freschezza, dalla struttura e dalla matrice marina.

Quei 1.500 millimetri di piovosità annua valgono a conferire a Milo – unico comune dove è consentita la produzione dell’Etna Bianco Superiore – il primato di una delle zone più piovose d’Europa. E che equivale poi, ad ammettere anche, quanto quelle viti di Carricante sappiano resistere ed alimentarsi nonostante il poco irraggiamento solare. Eppure a così tanta sottrazione corrisponde poi il contraltare della natura: con quelle stesse viti che godono di un affaccio privilegiato alle correnti del Mar Ionio e che vivono in una sorta di frigorifero naturale grazie alla vicina presenza della Valle del Bove – gigantesca depressione vulcanica che funge da vaso di Eolo e salvifica per le viti. “Se fossimo in Francia Caselle sarebbe sicuramente un grand Cru” – precisa il relatore della Masterclass Federico Latteri, ad intendere una contrada particolarmente vocata situata a Milo.

 

La degustazione del Versante est

Etna Rosato Dusis 202 – Antonio Di Mauro
Piedimonte Etneo – il comune più a nord del versante est. La leggera macerazione del Nerello Mascalese sfugge alle dinamiche degli standard provenzali e mostra una struttura olfattiva identitaria dettata da un’estrazione ragionata. E tanto vale a regalare una beva e una chiusura sapida equilibrata.

Etna Bianco Contessa del Vento 2021 – Theresa Eccher
Uve di Carricante provenienti unicamente da Milo in contrada Caselle. Quindi un “mancato” Etna Bianco Superiore che inizia a segnare i primi tratti distintivi tra la macchia mediterranea e la polpa di un frutto bianco. Imponendosi, invece, già in una beva verticale di netta freschezza.

Etna Bianco Superiore Contrada Volpare 2021 – Maugeri
In Contrada Volpare c’è un terrazzamento con piccoli muretti a secco in pietra lavica quasi avvolto dal bosco che lo delimita tutto intorno. Il Carricante qui guarda direttamente il mare e non perde neanche per un istante la sua identità. La conferma arriva nella chiara e netta lettura olfattiva fatta di idrocarburi e di leggere affumicature. La piacevolezza sta, invece, tutta in un perfetto equilibrio gustativo, mentre la voglia di rialzare il calice non si perde mai. Standing ovation

Etna Bianco Sommitale 2020 – La Contea
Nel comune di Mascali a 550 metri sul livello del mare le viti giovani di Carricante godono di un temperatura benevola rispetto ai microclimi etnei del resto del versante est. Qui si esprimono in ricordi balsamici e ricchi di frutta a polpa gialla. E così anche il gusto – più spostato verso le morbidezze – in un palato che, ampio e voluttuoso, non manca di slanci di sapidità nel finale.

Etna Bianco Superiore Lindo 2020 – Iuppa
Milo. In contrada Salice, a 700 metri, l’irriverenza del Carricante si mischia ad un 10% di giovialità del Catarratto bianco lucido. Così sono le note fruttate ad avere la meglio nella descrizione olfattiva, mentre un sorso di notevole spessore gustativo si chiude in un retronaso di agrumi freschi e dolci. Standing Ovation.

Etna Bianco Anthemis 2020 – Monteleone
Nel comune di Sant’Alfio guardano il mare le viti di Anthemis che, complice un affinamento in tonneau di rovere francese, delinea il tratto più romantico del Carricante in una matrice fatta di fiori bianchi, lavanda e vaniglia. Mentre il sorso, senza alcuna virulenza, non perdere mai di incisività in un andirivieni di acidità e sapidità gustativa.

Etna Bianco Superiore Biancomilo di Caselle 2020 – Sive Natura
Un Carricante proveniente da “sopra la chiesa”, il Lieu-dit di Milo. Da sempre, infatti, quest’area – situata appunto sopra la chiesa del paese di Milo – è stata riconosciuta come la più vocata. In grado di regalare i vini più incisivi e longevi. E i cui toni in Biancomilo giocano su una leggera punta di ossidazione tra note di pesca sciroppata e un gusto quasi tannico, pur lasciando spaziando a un tocco di freschezza sul finale.

Etna Bianco Superiore Imbris 2019 – I custodi delle Vigne dell’Etna
Imbris – dal latino “della pioggia”. Quanto prende dal clima estremo di Milo, in Contrada Caselle. Con un profilo di litchi e di violette. Profumi che, poi, si stratificano, ma viaggiano tutti nell’ordine della pulizia e leggiadria olfattiva. L’intrigo è poi nel gusto – preciso e netto – connotato da una chiusura di avvolgenza piacevolissima. Standing ovation.

 

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